Start-up come soddisfare il fabbisogno di capitale

Nelle start up fabbisogno di capitale può essere soddisfatto tramite ad un finanziamento interno, apporto di capitale o tramite un finanziamento da parte dei soci, oppure esterno grazie a soggetti terzi non facenti parte della società. Il finanziamento può essere effettuato mediante:

  • capitale di debito: è un credito concesso dai soci e da soggetti terzi con obbligo di rimborso e remunerazione basata su interessi ad un determinato tasso, fisso o variabile;
  • capitale di rischio: viene investito nell’azienda senza limiti di tempo, non c’è una data per la sua restituzione e nemmeno un vincolo di restituzione.

 

  Capitale di debito Capitale di rischio
Finanziamenti interni Finanziamento Soci[1] Versamento in Conto Capitale, aumento di capitale sociale.
Finanziamenti Esterni §  Apertura Credito § Business Angel
  §  Obbligazioni § Venture Capital[2]
  §  Mutui § Mercato con la quotazione
  §  Leasing  
  §  Finanziamenti agevolati pubblici  

[3]

Per ridurre il costo dei finanziamenti esterni (ordinari provenienti dalle banche, istituti di credito e società finanziarie) e ridurre il rischio di impresa dovuto al capitale proprio; sono state introdotte agevolazioni finanziarie pubbliche, grazie a leggi nazionali e regionali, per supportare le nuove attività e il loro avvio.

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Con riferimento alle fonti di finanziamento, secondo Pietro Onida, il conferimento mediante capitale di rischio “attribuisce a chi l’effettua il diritto ad un frutto eventuale e di misura non predeterminata, variabile secondo i risultati d’esercizio” viceversa il capitale di debito “conferisce al creditore il diritto ad un interesse in misura predeterminata, dovuto indipendentemente dai risultati economici d’esercizio e accumulabile nel tempo[4]. Queste definizioni fanno emergere dei punti di riflessione sulle scelte e sulle convenienze:

  • “L’onerosità e il rischio economico-finanziario e monetario del finanziamento;
  • L’elasticità del finanziamento e la sua convenienza in rapporto ai caratteri di durata e variabilità dei bisogni finanziari dell’azienda;
  • Il controllo dell’azienda e in particolare la partecipazione o l’interferenza del finanziatore in detto controllo.”[5]

Inoltre il conferimento mediante capitale di proprio/di rischio da “diritto al rimborso in misura variabile – maggiore o minore – funzione del capitale netto che avrà l’azienda al momento della distribuzione per cessazione o liquidazione; mentre viceversa il capitale di debito “da diritto al rimborso – secondo scadenze predeterminate – del solo valore del capitale nominale prestato[6].

Nel caso delle start up, nella maggior parte dei casi, nei primi esercizi verosimilmente si verificheranno perdite. Se lo sviluppo futuro ed il business plan contemplano successivamente il realizzo di utili le perdite, essendo recuperabili, possono considerarsi come fossero investimenti in attesa di realizzo, piuttosto che come perdite di capitale, che sono tali solo finché non si abbiano fondate possibilità di recupero in futuri esercizi relativamente favorevoli.  Fino a tale momento l’accumularsi di perdite determina un crescente fabbisogno di nuovo capitale, in sostituzione di quello perduto, fattore che dev’essere anch’esso tenuto presente nella formazione dei programmi finanziari. Conseguentemente “l’andamento di questo fabbisogno è direttamente connesso all’andamento dei risultati economici generali dell’esercizio[7] generati in futuro dalle attività promosse dalla start-up.

Onida analizzò i anche rischi derivanti dalle molteplici fonti di finanziamento, confrontando il capitale di credito con il capitale di debito, l’autore riconobbe riconosce che emerge una minor flessibilità del capitale di rischio rispetto al capitale di debito, specialmente nel breve termine, nonché in linea di principio il maggior costo del capitale di debito rispetto al capitale di rischio (comprendendo nel confronto anche il costo del capitale azionario, il dividendo, e gli oneri fiscali inerenti al capitale sociale ed ai suoi frutti).

Quindi gli aspetti positivi del capitale di credito sono la maggiore elasticità, in connessione all’assiduo mutare della complessiva quantità di capitale richiesta dalla gestione nei vari momenti, il basso costo, rispetto alla remunerazione del capitale proprio, ma anche aspetti negativi, che possono aumentare il rischio sono: il credito possa non essere rinnovato né sostituito da altro credito e l’azienda debba limitare il capitale attinto a simili fonti.

[1] Secondo l’articolo 2467 del codice civile il finanziamento soci “è postergato rispetto alla soddisfazione degli altri creditori”.

[2] Soggetti esterni rispetto alla tradizionale compagina societaria.

[3] Tabella le fonti di finanziamento solvibili.

[4] P.Onida, Economia d’Azienda, UTET, anno 1971, pagina 416.

[5] P.Onida, Economia d’Azienda, UTET, anno 1971, pagina 433.

[6] P.Onida, Economia d’Azienda, UTET, anno 1971, pagina 416.

[7] P.Onida, Economia d’Azienda, UTET, anno 1971, pagina 401.

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